L’argomento del giorno è la posizione sulle bici da crono, un argomento “ostico” che però affascina i ciclisti che pretendono alte prestazioni da se stessi e dal mezzo. Faccio questa ricerca non per fare il professore in cattedra (odio fare l’insegnante quando so così poco) ma piuttosto per risolvere un mio problema personale di settaggio del mezzo. Durante questo percorso ho pensato fosse interessante condividere le mie esperienze con chi apprezza lo sforzo della ricerca. Sono partito da Cancellara (scusate se è poco…) e sulla base di queste immagini più una letteratura del caso sono arrivato a queste conclusioni.
I telai da crono hanno angoli di 75° (come quelli da pista) ma l’angolo effettivo è superiore, si arriva a 80° stando in punta di sella, questo porta un avanzamento generale del corpo e porta anche fuori allineamento ginocchio-pedale nel punto di massimo sforzo della pedalata. L’allineamento ottimale per la bici da strada normale è ginocchio e asse del pedale, in questo caso invece si perde l’allineamento per stare più avanzati.
Gli angoli del busto, come si vede dalla foto, rispondono alla logica dei 90°
L’UCI impone 5 cm come distanza minima asse perpendicolare da punta sella al movimento centrale, solo in pista si può arrivare al max in allineamento al M.C. mai oltre. Questo vuol dire che dobbiamo portare al massimo la sella in avanti, e girare il canotto qualora fossimo troppo indietro.
La distanza “C” tra piano sella e piano appoggio avambracci è data dalla formula: C= 0,005 x D al quadrato (D= distanza centro MC – fine sella) – 0,2 x D – V (V= variabile aggiustamento compresa tra 0 e 3 cm.). Es. [io ho D= 78,5cm] sarà C= 18 circa, dalla quale posso togliere fino a 3 cm per il settaggio personale.